Con terribile ritardo, pubblico il racconto del fiore che ho ricamato per il mese di novembre dello scorso anno: una occasione per sperimentare un nuovo telaio e una nuova tecnica.
In effetti, non solo ho un ritardo di due mesi, ho addirittura sforato sull’anno. Ho però una scusante: in verità non sono riuscita a lavorare sul progetto de “il fiore del mese” da così tanto tempo perché avevo i telai occupati. In questi giorni però ho pensato ad una alternativa che non so perché non mi sia venuta in mente prima.
Esperimento su un nuovo telaio
Ho provato ad utilizzare un telaio rotondo dal diametro di 17 cm sostenuto tramite morsetto da un’asta innestata in un telaio da seduta che è lì, sulla cassettiera, che mi guarda paziente da diverso tempo… E’ il sostegno che utilizzo di solito quando lavoro ad ago e non l’avevo mai utilizzato per un lavoro a crochet anche se ho notato che spesso viene utilizzato nei workshop di crochet de Luneville.
Utilizzare questo telaio ha avuto il grande vantaggio di evitarmi il montaggio della seta sul telaio a stagge che prende davvero un tempo significativo. E poi, altro vantaggio considerevole per le mie abitudini “posturali”, mi ha consentito di lavorare da terra, sul mio tappeto curdo-siriano preferito. Lavorare da terra è infatti la postura di lavoro che prediligo.
Ma c’è stato anche un piccolo svantaggio.
Mi manca l’abitudine di lavorare a crochet senza appoggiare i gomiti e non potendolo appunto fare ho fatto un pò più di fatica del solito, rallentando i ritmi di lavoro. E poi, sentendomi di fatto in una posizione un pò “precaria”, alcuni punti sono risultati più imprecisi del solito, in particolare il point tiré. Ovviamente non ho disfato il lavoro, sapete bene cosa penso a riguardo, ma sicuramente mi è necessario ancora un discreto esercizio in questa nuova postura per avere un risultato all’altezza delle aspettative.
Ma di certo non mi arrendo: lavorerò su questo telaio anche per il fiore del mese di dicembre così continuerò a fare esercizio. E poi si vedrà.
Le tecniche consuete in una nuova versione…
Il fiore che ho scelto ha una forma semplicissima, molto stilizzata e molto classica, senza alcun guizzo di originalità nel disegno. Il diametro del fiore è di circa 8 centimetri.
Ho iniziato con il ricamo del contorni dei petali esterni, tutti collegati in un’unica corolla delineata da una linea di tubi in color malva opachi di 3 mmi verso l’interno.
Lo stesso materiale l’ho utilizzato per delineare la parte esterna della corolla ma questa volta con due linee per enfatizzarne il colore. A contrasto, tutta la corolla è ricamata con:
- perline a finitura trasparente e molto luminose (jais di fabbricazione ceca 3 faccette) di color peonia ricamate con la tecnica en vermicelles alternate 1 a 1 acquistate da Viganò;
- paillettes a finitura trasparente, di color rosa chiaro e a diametro 4 mm sempre en vermicelles alternate e sempre 1 a 1 acquistate da Paillettes et Broderies.
Le foglie le ho ricamate a point tiré con il filato sintetico per il ricamo a macchina di cui vi ho tanto parlato in questo post. Come vi ho accennato più sopra non sono stata molto precisa perché mi manca esperienza nella postura. Mi eserciterò, lo prometto, perché credo che per piccoli progetti come per il fiore del mese è davvero una soluzione interessante che intendo replicare. Ho scelto un colore strano, un colore verde dorato che, una volta ultimato il lavoro, ha dato un effetto quasi completamente … d’oro!
Il bocciolo centrale è suddiviso in due aree, una più centrale e una più esterna. La porzione più esterna, a corona, l’ho ricamata cone punto lanciato ad ago con Mouliné DMC a 6 fili perchè desideravo mantenesse una certa tridimensionalità.
La porzione centrale l’ho invece ricamata posizionando gli stessi jais della corolla en vermicelles questa volta alternati 1 a 2 intercalati con punti a nodino realizzati ad ago con lo stesso filato DMC Mouliné, sempre lasciato a 6 fili.
“Mousse” ovvero “schiuma”
Vi mostro in dettaglio la porzione di corolla ricamata con paillettes e jais en vermicelles sovrapposte. Si tratta di una tecnica che non vi avevo mai mostrato che viene denominata “mousse“, schiuma. L’effetto che si ottiene è squisitamente tridimensionale con un leggero rilievo che conferisce al lavoro un aspetto davvero armonioso e …denso.
Occorre una buona manualità e un discreto esercizio alle spalle per governare questa tecnica e anche un’ottima conoscenza del comportamento dei materiali che si utilizzano. A me personalmente piace moltissimo e credo che comincerò ad esplorarla più a fondo con lo scopo di utilizzarla più spesso. Ma credo che punterò alle paillettes di 3 mm di diametro che, anche se sono piuttosto difficili da lavorare, credo mi potranno dare significative soddisfazioni nella mia ricerca verso il “piccolo è bello”.
Lo schema di sintesi delle tecniche utilizzate
E come sempre vi schematizzo le tecniche che ho utilizzato: in rosa scuro quelle realizzate a crochet de Luneville mentre in giallo quelle ad ago.
Ancora una volta buon lavoro e ci vediamo per il fiore del mese di dicembre, sperando di riuscire a recuperare al più presto il ritardo che ho accumulato.
Così potrò partire con il progetto del mese per l’anno 2021 che mi sta particolarmente a cuore e del quale vi prometto parlerò al più presto.
Buon lavoro a tutti!