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    Ricamare ai tempi del COVID-19: la ricerca (seconda parte)

    21 Gennaio, 2021

    Fermarsi a causa del lock-down ha qualche pregio: permettermi di lavorare sul significato della professione di ricamatrice che ho scelto. E per farlo è necessario concentrarsi sulla ricerca e studiare tanto…

    Essere una ricamatrice oggi significa entrare in una dimensione ancora tutta da esplorare. Sono certa che non è più possibile concepire questa professione in modo classico, così come ci hanno abituato a pensare. Significa invece entrare in un processo creativo a tutti gli effetti ed essere pronti a scoprire che c’è molto da inventarsi per delineare la propria identità professionale in ottica almeno 2.0.

    Il rallentamento delle attività a causa del lock-down è stato un importante, quasi salvifico, periodo di riflessione in questo senso, come vi avevo già accennato in questo post. Durante il primo lock-down mi sono dedicata a tre importanti attività operative: terminare i lavori incompiuti, riordinare il materiale nel laboratorio e aggiornare la struttura dei corsi.

    Oltre a questa riflessione “operativa”, però, mi sono anche dedicata alla ricerca, intesa innanzi tutto come studio che continua ancora oggi e che mi auguro non si fermi mai.

    Vi racconto, allora, della mia ricerca col solo scopo di dare testimonianza del mio percorso, come possibile spunto per progettare il vostro. Questa attività si è sviluppata coinvolgendo tre costituenti fondamentali del mio percorso creativo: il cuore, le mani e la mente.

    Il cuore, ovvero la passione per il ricamo come espressione di sé

    Ho iniziato il mio percorso di studio cercando di definire che cosa si potesse intendere con “espressione di sé”. Sto comprendendo, almeno a livello razionale, quanto sia fondamentale stabilire una connessione tra ciò che si sperimenta a livello interiore e ciò che si riesce a rappresentare al mondo. Nel mio personale percorso di ricamatrice la rappresentazione di questa connessione avviene tramite l’immagine, simbolo di emozione, di esperienza, di intenzione.

    Il processo creativo

    Portare a compimento questa interconnessione tra mondo interiore ed esteriore credo consista proprio nell’intraprendere un processo creativo, sviluppato secondo fasi ben definite che necessitano di essere vissute pienamente e consapevolmente. Le modalità con le quali questo processo si compie sono uniche e personalissime, ed è qui che ognuno delinea il proprio “stile”.

    Perciò il significato ultimo della ricerca è quello di trovare uno stile tutto mio, profondamente personale, che riesca a rappresentare la mia dimensione interiore, la mia passione. Tutto ciò si concretizza se il proprio processo creativo viene vissuto nella piena consapevolezza di ciò che si vuole esprimere. In sintesi: vorrei arrivare a ricamare la mia idea senza necessariamente rielaborare le idee degli altri.

    Condurre questa ricerca e questa riflessione non è cosa semplice. E non è nemmeno cosa compiuta: c’è ancora molto da studiare e sperimentare ma tutto questo non mi fa paura. Vi vorrei solo segnalare i principali testi ai quali testi sto facendo riferimento, nello specifico:

    Ancora non li ho completati e sono il mio investimento per il prossimo futuro.

    Entrerò in dettaglio in futuro su ciò che questi testi hanno suscitato in me, perché sono molto interessata ad approfondire l’espressione di sé ai fini della cura. Mi auguro, infatti, di ricominciare presto le attività del laboratorio tessile PEZZO con i ragazzi del progetto di riabilitazione psichiatrica, che siamo stati costretti ad interrompere a causa del COVID.

    Le mani, ovvero la passione del ricamo come apprendimento di nuove competenze tecniche

    Le competenze tecniche si affinano con l’esercizio e con l’apprendimento di cose sempre nuove che nel mio caso significa imparare nuove tecniche o approfondire quelle che già conosco. Premettendo che per ciascuna delle tecniche che ho imparato o approfondito realizzerò un post specifico, vi do qualche accenno di cosa ho imparato in questi mesi.

    Come applicare le perline ad ago

    La prima tecnica nella quale mi sono cimentata è quella dell’applicazione delle perline ad ago. Ormai lo sapete quanto io ami le perline come mezzo espressivo nel ricamo e fino ad ora mi ero prevalentemente occupata dell’applicazione a crochet. Dedicarmi all’ago mi ha regalato grande soddisfazione perché mi ha permesso di coniugare le conoscenze relative punti base del ricamo classico ad ago con quello delle perline.

    In questo studio ho fatto riferimento al manuale: bead embroidery – stitch samples. Ho trovato questo libro utilissimo allo scopo, perfettamente illustrato e con spiegazioni chiare e dirette. Lo consiglio davvero per chi come me ama uno stile piuttosto “leggero”, come alcune di voi hanno chiamato il mio.

    Approfondimenti sul punto erba

    Da qualche mese a questa parte, lavorando per la sartoria per bambini Teolab, ho ricamato illustrazioni in miniatura e piccole scritte a punto erba. Siccome i supporti sui quali ricamo sono davvero molto vari, ho sentito il bisogno di esplorare questo punto in chiave teorica e ho quindi scelto il corso on-line di Gimena Romero su Domestika. Di questo corso ho amato moltissimo l’approccio: anche se in apparenza un semplice punto non ha molto da raccontare, questa insegnante di origini messicane ha saputo farmi compiere un viaggio emozionale e culturale molto coinvolgente. Oltre che aiutarmi ad affinare qualche aspetto tecnico: lo sapevate che esiste il punto erba in rilievo?

    Con questo corso ho utilizzato per la prima volta i filati Perlé, un tipo di cotone che ho molto amato e che proverò ad utilizzare anche per altri progetti in futuro.

    Nuove prospettive con il ricamo in rilievo

    Sono poi stata sedotta da un altro corso di questa piattaforma sudamericana che sto ancora svolgendo, nel senso che pur avendo terminato la formazione teorica mi sto ancora cimentando con la pratica. Con questo corso sto ricamando un alfabeto disegnato da Adriana Torres, alias Miga de Pan, per l’apprendimento delle tecniche del ricamo a rilievo. Niente a che vedere con lo stumpwork, le lettere dell’alfabeto sono disegnate secondo uno stile immaginifico e i vari punti che sto imparando mi stanno aprendo infinte possibilità per coniugare il ricamo alle illustrazioni.

    Dovrei finire entro questo mese e poi prometto che vi racconterò questa esperienza in dettaglio perché la sto davvero amando molto.

    La mente, ovvero la passione per il ricamo come strumento di cultura

    Il ricamo ha un linguaggio tutto suo per parlare al mondo e si serve di immagini, spesso simboliche, e colore

    Il ricamo uzbeko

    Ho pensato che apprendere come il ricamo fosse forma espressiva privilegiata di una cultura potesse essere un’occasione fondamentale anche per nutrire il mio processo creativo. Così ho deciso che ogni sei mesi mi dedicherò allo studio di tecniche di ricamo tipiche di un paese che non è il mio. Ho cominciato con il ricamo suzani , perchè durante un viggio in Uzbekistan di qualche anno fa ho avuto modo di conoscere una ricamatrice e di acquistare da lei un suo manufatto ricamato. Mi aveva spiegato un pò come lavorava, avevo un ottimo traduttore, e quanto per lei fosse importante questa occupazione che le dava la possibilità di contribuire al bilancio familiare cosa niente affatto consueta a quelle latitudini…

    In questa foto del mio salotto potete vedere appesa la meraviglia che ho acquistato da questa giovane ragazza uzbeka e che ogni giorno mi ricorda quanto il ricamo possa essere molto di più di un passatempo ordinario.

    Sto quindi leggendo un volume che avevo acquistato proprio durante questo viaggio in una libreria di Tashkent dal titolo “Suzani, central asian decorative embroidery” che on-line ho trovato disponibile solo a questo link.

    Lo studio della teoria del colore

    Mi sono poi dedicata allo studio della teoria del colore. Io non appartengo a quelle persone con un innata propensione a creare perfette armonie cromatiche. Il colore, pur essendo una dimensione per me fondamentale, resta ancora piuttosto misteriosa. Per cimentarmi prima ho letto un libro e poi ho … agito da ricamatrice.

    Il libro a cui ho fatto riferimento è di Karen Barbé, artista spagnola. Non credo sia stato tradotto in italiano perciò mi sono cimentata con lo spagnolo armata di google translator. Il titolo più o meno farebbe così: “Disegna le tue palette di colori per ricamare”. Ho scelto questo libro perché essendo concepito appositamente per il ricamo mi è sembrato potesse essere una buona opportunità per andare dritti … al punto. Non sono soddisfattissima, però. Pur essendo interessante nell’approccio, non l’ho trovato particolarmente significativo per diventare sicuri nell’elaborazione delle proprie palette, perciò credo che sarà necessario cercare una strada per approfondire.

    Ho poi deciso di ricamare il circolo cromatico. Cogliendo l’occasione di un ripasso del punto pieno, ho ricamato il circolo cromatico secondo le indicazioni di Gimena Romero utilizzando i filati Mouliné DMC. Il lavoro l’ho poi appeso nel mio angolo-atelier per essere certa di stimolare l’occhio, ogni volta che è necessario scegliere un colore, al rispetto delle regole di base che ho imparato. Ed eccolo qui:

    Spero di avervi fornito qualche spunto interessante per la vostra ricerca. Da parte mia ci sentiamo presto con il prossimo post. Buon lavoro a tutti!

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