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    Esperimenti d’atelier: ricamare un cuore sacro

    11 Giugno, 2018

    Girovagando in rete si trovano ispirazione e suggestioni inaspettati: il progetto di Enrica Mannari  #piccoligesti2017 ha aperto uno squarcio sulla mia memoria di infanzia e sul desiderio di elaborare nuove armonie di colori e materiali su un simbolo che amo moltissimo.

    L’idea di ricamare un cuore sacro è nata scoprendo i lavori di Enrica Mannari, una eclettica e simpatica illustratrice che viene dal mare. Amo moltissimo i suoi lavori e soprattutto la sua capacità di coinvolgere il pubblico nella realizzazione dei suoi fantasiosi progetti. In particolare lo scorso anno ha donato le sue illustrazioni, una ogni mese, chiedendo di colorarle a piacimento e di condividere in rete risultati e pensieri con l’ashtag #piccoligesti2017.  Io ovviamente non sono arrivata in tempo e ho scoperto il cuore sacro, proposto al mese di gennaio 2017, giusto a giugno 2018, un anno e mezzo dopo… Ma chisseneimporta: sono stata travolta da pensieri e ricordi potentissimi e tutto ciò che questa immagine evoca per me si è tradotta in un istinto immediato ad aprire i cassetti e a scegliere i materiali che mi permettono di “colorare” come sono capace.

     

    http://enricamannari.com/printables-archive/al-centro-del-mio-cuore/

    Il cuore sacro è per me memoria e simbolo.

    La memoria mi riporta alle mie emozioni di bambina, quando avevo poco meno di otto anni e mi trovavo ricoverata per questioni di scoliosi al padiglione 19 dell’Ospedale di Santa Corona a Pietra Ligure. Erano gli anni settanta e questo ospedale era uno dei luoghi più prestigiosi in Italia per quanto riguardava gli interventi ortopedici, in particolare alla spina dorsale. Nell’ospedale c’era una chiesa dove io e le mie compagne di sventura venivamo accompagnate con regolarità: l’intero edificio era tappezzato di cuori votivi e di quadretti dipinti di “grazia ricevuta”. Tutte le pareti erano completamente ricoperte, come un mosaico fatato, fino al soffitto, dove nemmeno allungando il collo o salendo in piedi su una sedia riuscivo a vedere tutto quello che c’era scritto o disegnato. E il mio cuore di bambina curiosa si meravigliava di fronte a tanta potenza e tanto scintillio d’oro e d’argento, rimanendo incantata per ore a leggere di sventure capitate agli altri e del loro lieto fine. Proprio in quegli anni sono consapevole di aver sviluppato la mia natura empatica, uno degli elementi caratterizzanti la mia personalità. Farne oggi memoria è semplicemente bello.

    Il cuore sacro per me ora è anche simbolo potentissimo. E’ una immagine che evoca gli opposti, unendoli: il sacro con il profano, il naturale con lo spirituale, l’umanità con il divino: la dualità come legge per interpretare il nostro vivere quotidiano in un percorso di continua scoperta, approfondimento e crescita. Un simbolo per dare un titolo al mio infinito percorso di ricerca che per me è prezioso percorrere in modo consapevole.

    E così mi sono lasciata andare: seguendo l’istinto ho scelto i materiali e i colori che amo di più e ho deciso di utilizzare solo il crochet de Luneville, niente ago.

    Il cuore centrale è stato ricamato con paillettes irisé azzurre con riflessi violacei à vermicelles, ricoperto da organza bianca a smorzare la potenza dei contrasti di luce. Lo stesso è stato contornato da una fila di couvettes irisé metallizzate en rivière, sempre nei toni dell’azzurro, una fila di paillettes nacrolaque rosa molto chiaro en rivière e una fila di rocailles in vetro rosso opache, ceche, di 13/0 posate in linea.

    Nella prima corona ho lasciato un po’ di leggerezza ricamando solo le linee e lasciando libere le superfici. Le linee sono una alternanza regolare di filet oro chiaro, rocaille oro in vetro Miyuki 15/0 e jais azzurre in vetro ceche 10/0. Il filet è a punto catenella semplice e le perline sono applicate in linea.

    La seconda corona è un point tiré di una seta giapponese di Carme Espriu color oro chiaro opaco. E’ la prima volta che la lavoro e ne è evidente la difficoltà a mantenere regolare i bordi. E’ talmente morbida che si presenta piuttosto difficile da condurre ed essendo ritorta, oltre che estremamente fine, non è stato per niente facile creare un effetto di pieno regolare.

    La terza corona, volutamente senza bordo esterno, mi è servita per esercitare… l'”evanescenza”. Con un semplice en vermicelle di rocaille Miyuki 15/0 perlate sono passata dalla parte più interna da una posa in continuo a, progressivamente e in modo irregolare, una posa 1+1, 1+2 e 1+3. Per completare ho aggiunto qualche rocaille Miyuki dorata della prima corona en cassé.

    I due piccoli cuori rossi sono ricamati a catenella di filato in cotone Fil Dentelle Fil Au Chinois rosso scuro.

    Le fiamme invece sono ricamate, ciascuna, per metà in point tiré di filato Fil Dentelle Fil Au Chinois rosso sfumato e per l’altra metà in point tiré di rocailles in vetro rosso opaco ceche di 13/0. Per sottolineare la linea nel mezzo ho ricamato una fila di rocailles Miyuki rosso scuro 15/0 posate in linea 1+1 con qualche tocco di irregolarità per conferire un senso di maggior leggerezza. All’apice di ogni fiamma ho messo, ad ago, una perlina in vetro sfaccettato Swarovski rosa chiaro con una Miyuki dorata. Le stesse Miyuki le ho posate in linea sulle tre linee della parte superiore.

    Cosa ho imparato lanciandomi in questo piccolo esperimento? Sicuramente queste quattro cose:

    • ad esercitare l’istinto creativo che di solito mi riesce particolarmente difficile. Sono molto brava a seguire un tracciato ma sono insicura quando si tratta di tracciare da me. Mi sono sbloccata lanciandomi e prevaricando la paura del giudizio sul risultato. Per come sono fatta è davvero un traguardo non indifferente;
    • ad infilare le Miyuki 15/0 che né in Europa né in Giappone sono riuscita a trovare già infilate. Ho compreso tempi, difficoltà e fatica nella gestione di rocailles così fini ma così prepotentemente meravigliose nella resa e nella disponibilità di colori e finiture;
    • a rendermi conto che il point tiré con le sete non si improvvisa. Bisogna conoscere il materiale per manipolarlo con precisione e con le sete di Carme Espriu che ho scelto mi dovrò esercitare ancora molto perché mi piacciono davvero moltissimo la resa, la sensazione di morbidezza estrema durante la lavorazione e i colori disponibili;
    • ad elaborare un progetto di massima dello schema e del contenuto del corso di livello quattro in broderie d’art che sto preparando. Credo che avrà il titolo “Rilievi” e avrà i cuori sacri a soggetto. Ma le tecniche di ricamo che si apprenderanno saranno più complicate di quelle che ho applicato in questo progetto…  Se imparare queste tecniche è il vostro desiderio non perdetevi i prossimi aggiornamenti. I corsi saranno disponibili dall’autunno e sono certa incontreranno il vostro gusto e le vostre aspettative.

    E allora: a presto!

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