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    Un workshop tematico di ricamo ad percorso formativo sartoriale

    15 Giugno, 2021

    Sono stata invitata in qualità di insegnante ad ideare e organizzare un corso di ricamo all’interno di un percorso formativo sartoriale davvero originale. In questo post vi racconto di questa interessantissima esperienza.

    Lo scorso febbraio ho vissuto un’esperienza davvero entusiasmante: ho tenuto un workshop di ricamo di due giorni, nell’ambito di un percorso formativo sartoriale organizzato dall’associazione Spazio Telamundi di Mondovi.

    Riuscire a realizzare questo corso di ricamo è stato difficile, a causa dei mesi in lock down e del blocco delle attività formative. Abbiamo rimandato più volte, fino a riuscire a ritrovarci in un freddo e bellissimo week end di fine febbraio.

    La sorpresa della proposta

    Ho fatto la conoscenza di Colomba Ferraris un paio di anni fa, quando ha partecipato ad un mio corso sulle tecniche a ricamo di Luneville. Abita in un piccolo paesino nella campagna di Mondovì, dove da diversi anni realizza costumi di scena.

    Una mattina di primavera, Colomba Ferraris mi chiede se io voglia partecipare ad una impresa davvero interessante: stava organizzando un progetto con Lidia Maffiodo e l’associazione Spazio Telamundi. Il progetto, rivolto a curiosi e appassionati delle arti sartoriali, era finalizzato alla progettazione di una linea collettiva di capi di abbigliamento, con l’intento di sperimentare ed esplorare le potenzialità del lavoro di un gruppo “differenziato per cultura, provenienza e abilità”.

    Questo progetto, denominato Percorso Formativo Sartoriale, comprendeva diversi moduli teorici (modellistica, merceologia tessile, etica della moda, storia della moda) e di pratica (nozioni base di confezione del capo, restyling e riciclo di capi vintage) arricchiti da alcuni workshop a tema (disegno, ricamo, feltro, stampa a ruggine).

    La proposta prevedeva il mio coinvolgimento per realizzare un workshop tematico, con l’obiettivo di trasferire i rudimenti del ricamo in sartoria. E allora come potevo “costruirlo” a loro misura e centrare l’obiettivo?

    La progettazione del workshop

    La costruzione di questo workshop ha richiesto una piccola e interessante riflessione iniziale perché dovevo tener conto, oltre al principale obiettivo del corso, della necessità di condensare un tema così ampio in un programma realizzabile in poche ore.

    Mi è sembrato importante, prima di tutto, far intendere ai partecipanti l’importanza della progettazione nella fase di realizzazione del proprio lavoro. Solo con una accurata progettazione, infatti, è possibile scegliere le tecniche adeguate alla rappresentazione della propria idea da ricamare.

    Ricamare un abito non è come ricamare una tela qualsiasi. E’ necessario scegliere la tecnica giusta seguendo tempistiche adeguate. Ma per fare questo bisogna “conoscere” e sapere entro quali orizzonti ci si muove.

    L’importanza della teoria

    Ho condensato le mie riflessioni teoriche in un documento che ho consegnato a Colomba qualche giorno prima di realizzare il workshop, in modo che i partecipanti avessero la possibilità di “entrare nel tema” prima di sentire ago e filo tra le dita.

    Ho spiegato cosa si intenda per ricamo, delineando i due ambiti fondamentali entro i quali si sviluppa il concetto e la pratica del ricamo in sartoria. Si tratta del ricamo direttamente su tessuto e del ricamo in applicazione. Questa prima fondamentale classificazione permette la corretta organizzazione della sequenza delle operazioni da realizzare.

    Successivamente, delineo le caratteristiche principali delle tecniche utilizzate per l’ornamento degli abiti, che consistono nel ricamo libero ad ago, nel ricamo a crochet e nel ricamo in oro. Aggiungo una postilla in merito al fatto che oggi, in verità, si sperimentano tecniche davvero innovative che difficilmente riescono a rientrare in una categorizzazione così ristretta. Ma questa è materia per quei pochi che vogliono approfondire e diventare esperti…

    Di ciascuna di queste tre tecniche, sarebbe meglio dire gruppi di tecniche, ho provveduto a caratterizzare gli aspetti puramente teorici, completando il discorso con proposte di approfondimento tramite libri di testo, siti web o tutorial che reputo importanti e seri.

    A completamento, credo importante proporre a chi oggi sviluppa il ricamo in sartoria a diversi livelli, l’osservazione e l’analisi delle opere opere non solo di semplici e genuini artigiani (italiani e stranieri), ma anche dei più importanti stilisti di haute couture. Sono convinta, infatti, che studiare il lavoro di altri sia, per i creativi, il più importante strumento di ricerca per delineare il proprio stile personale.

    il trasferimento del sapere

    Il workshop pratico l’abbiamo realizzato in una intensiva giornata di venerdì, seguita da una mezza giornata di sabato. Nella prima giornata ci siamo dedicati allo studio del programma teorico, nella seconda ci siamo invece dedicati a completare le opere ricamate, lasciando spazio alla risoluzione degli eventuali dubbi, risposte alle curiosità e ad eventuali approfondimenti.

    Per imparare a ricamare abbiamo utilizzato telai rotondi di medio diametro, aghi fini e grossolani, per comprenderne le differenti possibilità, e una montagna di fili mouliné colorati, tra i quali scegliere in base al proprio gusto cromatico.

    Il lavoro si è concentrato sulla tecnica del ricamo libero ad ago, imparando i punti base (nel gruppo dei punti in linea, punti piatti e punti a cappio) ed esplorando le loro potenzialità lavorando su tela e su tulle. Nella pratica, la tela avrebbe simulato il potenziale abito (ricamo direttamente su tessuto) ed il tulle il supporto per una potenziale applicazione.

    Sul tulle abbiamo esplorato la resa di alcuni punti imparati, dato che tale tessuto obbliga ad uscire dagli schemi di realizzazione prefissati. Ho proposto il ricamo di una farfalla, utilizzando un diverso metodo di riporto del disegno sul tessuto, stimolando la creatività e concedendo a ciascuno la libertà di osare secondo il proprio gusto e di adattarsi alla propri abilità.

    Ci sono molti modi oggi di apprendere i primi rudimenti nell’arte del ricamo. In particolare si sa che i tutorial per imparare a ricamare impazzano su internet e sono di immediata disponibilità. A mio sommesso avviso, tuttavia, se si vuole intraprendere un percorso serio e ragionato non si può prescindere dal condividere il sapere a tu per tu. I piccoli segreti delle competenze artigiane o artistiche possono essere trasmessi solo tramite un corso in presenza. Me lo hanno insegnato le mie maestre ed è per questo che credo fermamente nel senso del mio lavoro.

    Spiccare il volo

    La realizzazione di corsi di ricamo intensivi di questo tipo può sembrare per alcuni una vera sfida, tenuto conto del fatto che il ricamo è di per sé un’arte lenta, che richiede tempo, soprattutto nelle prime fasi di apprendimento.

    Tuttavia, a rendere tutto questo un’esperienza positiva ci hanno pensato Lidia e Colomba, che hanno proposto un percorso formativo progettato con originalità, freschezza, determinazione e lungimiranza. In questo percorso, il ricamo si è ritagliato un piccolo e significativo spazio che è stato vissuto come cameo, prima di tutto dagli allievi.

    E’ infatti grazie a tutti loro che questo workshop è stato un piccolo grande successo. Nonostante tutti fossero alle prime armi e considerata la differente sensibilità e predisposizione al tema, ho riscontrato un fortissimo interesse, una coinvolgente curiosità e una intensa dedizione da parte di tutti gli allievi, tipici di chi sta sperimentando una tappa importante della propria crescita personale e attitudinale.

    Il nostro corso di ricamo è stato utile a render ciascun allievo consapevole delle potenzialità di questo strumento creativo nella composizione di un capo di abbigliamento realizzato in modo sartoriale.

    Il termine del percorso: ma è davvero così?

    Lo scorso mese di maggio, il percorso di questo intraprendente gruppo di creativi si è concluso con l’esposizione pubblica dei capi da loro realizzati. Per una decina di giorni, lo spazio Telamundi di Mondovì si è trasformato in luogo di festa, condivisione del sapere e spazio narrativo di una originalissima collezione, risultato concreto del percorso formativo del quale io vi ho solo accennato.

    “Rivoltosa”, è il nome di questa collezione di capi, un nome di profondo significato come hanno spiegato gli stessi allievi del progetto in questa intervista. Da parte mia, auguro a questo gruppo di intraprendenti creativi l’occasione e la possibilità di continuare con esperienze di simile coinvolgimento e crescente impegno professionale.

    Spero che l’eco di esperienze come questa sia di stimolo alla creazione di altri e numerosi eventi di questo tipo. Tutti gli appassionati hanno bisogno di condividere e proporre creatività e cultura anche e soprattutto fuori dalle grandi città favorendo il fiorire di nuovi e originali spazi creativi.

    Ed infine non posso che ringraziare Lidia e Colomba per aver concepito e realizzato tutto questo, con il sincero augurio che possano essere nuovamente le abili artefici di altrettanti e mirabilanti eventi di questo tipo.

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