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    Imparare la broderie d’art all’Ecole Lesage di Parigi: la seconda settimana

    02 Aprile, 2018

    il nono arrondissement al mattino “presto” …

    Cuore della formazione professionale haute-couture è la realizzazione di un tableau che prevede tutte le tecniche apprese nella prima settimana di formazione

    Come previsto dal programma, dopo tre settimane dalla prima, sono in procinto di cominciare la seconda sessione di formazione all’Ecole Lesage. Come vi raccontavo più in dettaglio in questo post il corso che seguo è intensivo e prevede  tre settimane di lavoro in autonomia tra una sessione formativa e l’altra. In verità tra la prima e la seconda sessione il lavoro da fare a casa non è stato moltissimo: l’imparaticcio è stato realizzato quasi completamente nel corso della prima settimana a scuola.

    Anche l’organizzazione della settimana è simile alla precedente: sono riuscita a mantenere lo stesso nido, da Lionel, nel nono arrondissement, il quartiere più bello di Parigi. O forse quello al quale sono più affezionata. E’ il quartiere delle fromagerie e delle boulangerie sotto casa, il quartiere dei negozietti di tendenza, delle brasserie vegetariane o con solo prodotti bio dove ti servono il the da teiere in latta degli anni ’50 e dove mangi yogurt e muesli dentro ciotole in ceramica scheggiata recuperate al mercato delle pulci. E’ il quartiere dei fruttivendoli colorati sul marciapiede e delle cioccolaterie grandi come uno sgabuzzino, dei negozi di the e delle librerie dell’usato. E dove trovi aperto l’elettricista la domenica. E’ il quartiere dove cammini senza timori a qualunque ora del giorno e della notte e c’è sempre qualcuno a farti compagnia anche solo dall’altra parte del marciapiede. Il quartiere degli immobili hausmaniani a cinque – sei – sette piani dove all’ultimo ci trovi i bagni in comune e ci arrivi col fiatone con scale in legno a chiocciola che scricchiolano perché non c’è ascensore. Il quartiere delle finestre senza tende che rivelano, nella stessa stanza, librerie scure, immense e polverose insieme a lampade di design.

    Un quartiere bellissimo… dove tutto traccia un segno e una storia.

    Ho mantenuto le medesime abitudini perché mi piace avere delle abitudini. Fanno quotidiano, fanno un lento seminare, fanno l’intessere una trama che richiama un ordine proprio e il dispiegarsi di un disegno solo dopo che è trascorso del tempo. Le abitudini sono il luogo dove si esercita la resilienza e la determinazione, dove si è fedeli al proprio agire e quindi al proprio essere. E dove il ricamare ne diventa metafora inconsapevole.

    Il lunedì mattina, si dedica qualche ora alle rifiniture dell’imparaticcio prima di smontarlo definitivamente dal telaio. Operazione che ho realizzato davvero in fretta, come se fossi rincorsa dal desiderio di cominciare il lavoro “vero” il prima possibile: il tableau. Questa seconda tappa comincia con la consegna del nuovo materiale da utilizzare ed è davvero un momento magico: due chili tra perline, tubi, paillettes, cuvettes, cristalli ed éclat, filati di cotone e seta, ciniglia, rafia, filet, lame, ritorti, passamanerie, nastri,  pellami sottili e tessuti in seta.

    Parte dei “due chili” di materiale per la realizzazione del tableau

    Il tableau da realizzare è un disegno su organza bianca di circa 60 x 40 centimetri. Di straordinaria complessità, questo disegno è costituito da semicerchi di varie dimensioni ciascuno riportante greche, immagini astratte, floreali o animali sempre diverse. Queste aree sono tutte compenetrate tra loro in maniera tale da consentire la realizzazione delle varie tecniche di ricamo secondo un ordine di avanzamento preciso.

    Chiacchierando qua e là e captando frasi sommesse in lingue varie mi è parso di capire che questo disegno era stato originariamente concepito da monsieur Lesage per una collezione Chanel risalente ad un periodo storico non ben definito. Pare certo comunque che si possa far risalire ad un periodo precedente l’arrivo alla maison Lesage della mia maestra, Muriel. E, sempre che non abbia capito male, Madame Muriel è ricamatrice alla maison Lesage da più di 30 anni … Si narrava di un ricamo sulle tonalità del bianco: oggi invece, nella versione attuale viene riproposto in versione multicolor, un capolavoro di cromie kitsch.

    il montaggio del telaio e il tableau con il solo disegno, prima di essere ricamato

    Con la realizzazione del tableau si compie inoltre un esercizio importante di lettura e interpretazione del disegno tecnico consegnato insieme al materiale e alle fotografie del lavoro realizzato. Questo disegno non è altro che la rappresentazione schematica del ricamo finito e riporta per ciascuna linea o ciascuna area il riferimento alla tecnica da utilizzare, al materiale da impiegare e all’ordine di realizzazione necessario. Il disegno tecnico ha una sua complessità tutta da decifrare e questo deve essere fatto prima di iniziare il lavoro: la sua corretta interpretazione è quindi parte integrante della professionalità di una brava ricamatrice. Per fortuna il mio trascorso geologico, accademico e professionale, mi ha consentito di destreggiarmi con facilità tra legende e rappresentazioni grafiche della realtà, per cui questa parte oltre che abbastanza facile mi è risultata anche particolarmente divertente.

    Le prime tecniche imparate durante questa settimana riguardano il ricoprimento di aree estese con organze e pellami vari. Si sono apprese le modalità di taglio e di applicazione mediante l’uncinetto di Luneville, la rifinitura delle bordure, la realizzazione di bourrage con tubi e perline sotto le pelli.

    Per bourrage, letteralmente “imbottitura”, si deve intendere qualsiasi forma di riempimento interposta tra due fabric. Il tipo di bourrage è poi funzione dei fabric utilizzati. Per realizzare un riempimento sotto delle pelli, possono essere utilizzati persino materiali rigidi come perline e tubi in vetro: l’effetto, meraviglioso, è simile a quello delle venature delle foglie…

    Il riempimento di aree estese può anche essere effettuato con seta o tessuti termocollanti, fissata con il point riche ai bordi, eventualmente sovrapposti ad un riempimento di paillettes a vermicelles. Il ricoprimento con organza garantisce un effetto di trasparenza mentre le paillettes conferiscono consistenza al tessuto. L’effetto cromatico che si può ottenere dall’interazione dei colori tra le organze e le paillettes è quindi infinito: dal tono su tono ai contrasti più accesi. I tessuti termocollanti, invece, servono a conferire struttura generando anche interessanti effetti di contrasto cromatico con l’intorno.

    Una volta terminati i riempimenti delle aree, in particolare quelle posizionate verso l’esterno del tableau, ci si “rilassa” con la tecnica di posa in linea di perline, tubi e paillettes di varie dimensioni sulla bordura, su alcuni fiori, sopra le pelli e sul tessuto termocollante. Nei primi due casi si è esercitata la manualità e la concentrazione su tessuti trasparenti, quindi riuscendo a “vedere” i movimenti della mano sotto il telaio. Negli altri casi si è invece proceduto “alla cieca”, senza vedere il lavoro della mano sotto il telaio. Per realizzare un lavoro davvero ben fatto in questo caso è necessario moltissimo esercizio in quanto il “senso” fondamentale utilizzato è quello del tatto.

    Sintesi dei “lavori” della seconda settimana

    Prima della terza sessione formativa del prossimo mese sarà necessario, con il supporto del disegno tecnico a disposizione, completare tutte le parti simili. Solo così potrò avanzare con le tecniche successive.

    Questa volta il lavoro da fare sarà moltissimo. E non vedo l’ora.

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