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    Fashion Embroidery: un volume interamente dedicato al ricamo nella moda

    26 Aprile, 2018

    La broderie d’art, come vi accennavo nel mio primo post,  apre la possibilità di tanti approfondimenti, tanto che la sua trattazione in un unico testo, che abbia come obiettivo l’approfondimento esauriente di ciascun tema, appare molto complessa. Con la pubblicazione del volume Fashion Embroidery di Jessica Jane Pile (Batsford, 2018), ho ritenuto di poter finalmente trovare un testo aggiornato ed approfondito, partendo dall’idea che oggi il ricamo nella moda è una delle più vivide espressioni della broderie d’art.

    L’autrice, Jessica Jane Pile, è direttrice di Hand & Lock di Londra, una maison di ricamo particolarmente attiva nel panorama del ricamo contemporaneo che lavora per diversi stilisti di alta moda e prêt-à-porter e al tempo stesso tiene corsi di ricamo a mano, a mio avviso, molto ben strutturati. Questa maison esiste dal 1767 ed è ancora oggi una garanzia di qualità e prestigio nel ricamo per la moda. Inoltre, aspetto rilevante, Jessica Jane Pile è diventata direttore creativo di questa maison a nemmeno 30 anni, la più giovane di tutta la sua storia, indizio di capacità e potenzialità indiscusse in materia. Ma non dovrei chiamarla maison, visto che è inglese… Comunque l’autrice, come specificato nell’introduzione, presenta la propria visione interpretativa di uno degli elementi costitutivi del processo creativo nel sistema moda: il ricamo, appunto.

    Il volume è costituito da due parti:

    • nella prima parte, l’autrice spiega cosa si intenda quando si parla di ricamo per la moda,
    • nella seconda sono descritte le principali tecniche utilizzate,  indicando le istruzioni per apprenderle in autonomia. Sono tutte tecniche di ricamo a mano.

    Nel primo capitolo, l’autrice propone un excursus sull’evoluzione nella storia del ricamo per la moda . Questo argomento, che per le mie personali attese poteva offrire gli approfondimenti più significativi, è purtroppo trattato in maniera piuttosto generale e un po’ troppo concisa. Diciamo che, in materia di storia del ricamo, è meglio riferirsi ad altri testi.

    La prima parte del libro propone quindi la descrizione delle principali differenze tra il ricamo a mano ed il ricamo a macchina, in relazione ai caratteri identificativi, alle modalità di realizzazione ed alle conseguenti modalità di utilizzo e riconoscimento. Il discorso descrive questo argomento con un approccio decisamente professionale, anche se poco approfondito.

    Posso dire che per soddisfare la mia curiosità, questa prima parte avrebbe dovuto essere più consistente e stimolante nei contenuti, puntando forse ad un discorso più originale e meglio strutturato. Ma su quali testi studiano gli embroidery designers quando sono studenti?

    Le tecniche illustrate nei capitoli della seconda parte del volume sono principalmente tre:

    • il ricamo ad ago per la realizzazione di punti classici, con un capitolo specifico dedicato al silk shading, meglio conosciuto da noi come punto pittura;
    • il goldwork, il ricamo “di posa” di materiale prevalentemente metallico;
    • il tambour beading, il ricamo “di applicazione” attraverso il crochet de Luneville.

    Queste tre tecniche sono dunque quelle indicate per occuparsi di questo tipo di ricamo. Una volta che si diventa abili in queste, come specificato anche dall’autrice, si disporranno degli strumenti necessari per liberare la propria creatività e per esplorare la dimensione del ricamo contemporaneo, anche in 3D e con materiali innovativi.

    La sintesi delle tecniche proposte è una importante conferma che il percorso formativo che ho intrapreso in questi ultimi anni è coerente. E che sono già a buon punto. Significa anche che l’impostazione dei corsi di formazione alla broderie d’art che sto strutturando, e che spero di riuscire a proporvi presto, è orientata nella giusta direzione.

    Vale la pena acquistare questo libro?

    Dunque, diciamo che a partire dalla mia storia e dalle mie attese ho individuato questi punti di forza:

    • La struttura del testo aiuta a disegnare una mappa mentale coerente sull’argomento e fornisce qualche spunto (pochi) di approfondimento interessante.
    • Il materiale fotografico è di prima qualità: le immagini sono sempre coerenti al testo, di grandi dimensioni e consentono di visualizzare con precisione i dettagli dei ricami. Le didascalie sono ben scritte, dettagliate e precise.
    • Le immagini degli abiti sono un utilissimo strumento di educazione dello sguardo per riconoscere tecniche e materiali utilizzati. Questa abilità è a mio avviso fondamentale per nutrire creatività e ingegno.

    Se invece siete alla ricerca di un riferimento che vi guidi nella vastissima tematica del ricamo per la moda, allora, a mio parere, non è il testo che consiglierei. Infatti, per chi ha un minimo di esperienza in queste tecniche, è l’ennesimo manuale che ti spiega “come fare se…”. Tuttavia, ci sono moltissimi manuali monotematici di riferimento per le tecniche descritte, meglio strutturati e più approfonditi.

    Non occorrono altri manuali generali: sarebbero necessari testi per studiare la storia e la cultura del ricamo. Anche del ricamo per la moda. Sarebbero necessari testi che evidenzino l’attualità di questo argomento ed offrano una visione sui possibili sviluppi futuri delle tecniche e degli utilizzi artistici. La nostra curiosità sarebbe meglio nutrita se fossero disponibili nuovi e attuali strumenti di analisi ed osservazione. Se già ci sono, me li consigliate?

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